Il giudice blocca Copersalento

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Reati ambientali: sigilli allo stabilimento che non potrà riprendere l’attività
Svolta nell'inchiesta sulla Copersalento. Sull'impianto si è abbattuto un provvedimento di sequestro preventivo chiesto dalla Procura nell'ambito dell'indagine su

Le indagini della Procura sulla Copersalento (svolte dagli ufficiale della sezione di polizia giudiziaria e dalla Polizia provinciale) erano state avviate dopo i rilevamenti dell’Arpa che, nell’estate di due anni fa, avevano evidenziato una situazione anomala. Un vizio di forma (il mancato coinvolgimento dei periti della Copersalento) rese inutilizzabili i risultati di quei rilevamenti che avevano evidenziato sforamenti di diossina eccessivi, 420 volte superiori alla norma. I dati, comunque, richiamarono l'attenzione della Procura che decise di avviare un'indag i n e.

Nel fascicolo, affidato al procuratore Ennio Cillo e al sostituto procuratore Giovanni Gagliotta, sono confluiti via via gli esami dell'Arpa, dell'Asl e i rilevamenti di diossina sugli animali e sul latte eseguiti negli allevamenti delle aree intorno allo stabilimento. Numerosi capi «contaminati» sono stati anche abbattuti.

La Procura ha affidato anche una superperizia a due esperti (Mauro Sanna e Giuseppe Mininni) allo scopo di valutare le emissioni e delle loro eventuali ricadute inquinanti. Sulla scorta delle conclusioni dei periti la Procura ha avanzato al gip la richiesta di sequestro preventivo per evitare la ripresa dell’attività dell’impianto, bloccata da mesi. La struttura, comunque, è aperta. E anche ieri - a quanto se ne sa - erano all’opera gli automezzi impiegati per portare via il cippato di legno. La Provincia, infatti, ha intimato di portare via il combustibile perché, dopo la revoca dell’autorizzazione, il cippato di legno rischia di diventare un rifiuto.

Dalla Procura, intanto, nessun commento sulle indagini e sul sequestro preventivo disposto dal gip. A quanto se ne sa, si vuol attendere che sia ultimata la notifica del provvedimento a tutti i destinatari.
Fonte: Gazzetta del mezzogiorno del 9/01/10